PUBBLICITÀ BENEFICENZA E CIRCOLI VIRTUOSI: MA PARTIAMO DAI DATI

I cortocircuiti di questo ultimo trimestre di un anno decisamente difficile possono offrire opportunità impensate per le imprese che decidono di optare per un approccio altruistico.
Pubblicità beneficenza e mondo del charity potrebbero non essere mai state così vicine.
Scopriamo i dati.

Il report di Pwc è stato citato con cifre che possono confondere l’audience, ma mostrano con chiarezza un segno negativo per la grande entertainment & media industry.
Le misure di contrasto alla pandemia hanno causato la chiusura di cinema e teatri, ritardato le produzioni televisive e ostacolato il settore pubblicitario.
Un ostacolo a doppia cifra per molti comparti.

Analizzando i dati del report Pwc si possono notare le diverse tendenze del settore nei mercati, con le performance peggiori in corrispondenza dei paesi a maggior PIL.
Perché quindi andiamo a parlare di pubblicità beneficenza e circoli virtuosi?



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PUBBLICITÀ BENEFICENZA: TUTTI I VANTAGGI PER GLI INVESTITORI

La beneficenza può essere un investimento?
E può avere senso in questo periodo specifico?
La pubblicità legata alla beneficenza non rischia di essere controproducente?
Ecco le nostre risposte, supportate da dati neutrali e da considerazioni di marketing calate nell’attualità.

La beneficenza può essere un investimento?
Sì. Quando una parte dei ricavi viene reinvestita, spesso si pensa ad un investimento all’interno dell’azienda.
Un’azienda è però immersa in un ecosistema che ora mostra la corda con un’urgenza inedita.
I feedback società-economia-salute emergono come linee rosse nella struttura di ogni paese, e nelle relazioni fra paesi.

L’investimento in beneficenza può essere immaginato come un investimento non strettamente interno all’organismo-azienda, ma esteso all’ecosistema produttore-consumatore.
Questo ragionamento non si esaurisce là dove un’azienda sia ancora attivamente operativa: vale anche per le realtà con un rallentamento del settore o con un intero stop (geografico o settoriale) alla propria attività.

La pubblicità legata alla beneficenza non rischia di essere controproducente?
No, se fatta in modo professionale.
La beneficenza fatta e non divulgata può essere sensata in molte occasioni.

Tuttavia, la situazione contingente permette di proporre la beneficenza come un messaggio positivo e di supporto all’intera comunità, con un impatto positivo in quell’ecosistema economico un cui siamo collocati assieme ai nostri rispettivi clienti.

L’emergenza sanitaria è inoltre un fattore preminente di preoccupazione, e la causa di vastissime conseguenze negative.
Mostrare di contribuire ad alleviare la pesantezza della situazione è efficace nella pratica (si aiuta la gestione delle problematiche)
e a livello di percezione (si mostra che a diversi livelli vengono portati dei contributi positivi).

I messaggi pubblicitari volti a comunicare una campagna charity vanno però confezionati con professionalità e sensibilità, in modo da essere in linea con una sensibilità molto accentuata.



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PUBBLICITÀ BENEFICENZA E RITORNO D’IMMAGINE



I dati a supporto della nostra posizione lasciano poco spazio ai dubbi.
Medium fa il punto sui vantaggi delle campagne pubblicitarie basate sulla beneficenza, individuando 4 punti salienti:

  1. Il prodotto esce dalle dinamiche della concorrenza – guadagnando la preferenza diretta del 33% dei consumatori. Le caratteristiche del prodotto passano in secondo piano rispetto al plus della responsabilità sociale. (fonte Unilever)

  2. La beneficenza incoraggia il consumatore a cambiare brand: a parità di prezzo, il 91% di consumatori preferisce il marchio noto per il suo impegno nel sociale. (fonte CONE)

  3. I brand chiaramente impegnati in una causa hanno performance superiori alla media di mercato nell’89% dei casi. (fonte Kantar)

  4. L’80% dei consumatori, a livello globale, ritiene che le aziende debbano avere un ruolo attivo nella responsabilità sociale.
    (fonte Edelman Trust Barometer)

La professionalità è un must nel progettare una campagna pubblicitaria che dia il massimo in termini di efficacia dell’azione di beneficenza, restituendo questo successo in un’immagine che faccia bene alla tua impresa.

Crediamo che questa sfida debba vederci tutti uniti, e per noi la strada passa da una comunicazione responsabile, professionale, centrata su un ruolo positivo delle aziende.



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