LOCKDOWN ITALIA: ZONE ROSSE E PARAMETRI DI CONTROLLO

Nel discorso tenuto dal premier Conte il 4 novembre siamo venuti a conoscenza del destino delle regioni italiane: lockdown sì, lockdown no, suddivisione in “zone” di rischio.

L’Italia è stata quindi suddivisa in 3 aree di diversa gravità con misure proporzionali alle necessità di contenimento dei contagi.

Zona gialla: zona a medio rischio e con sufficiente tenuta del sistema sanitario e di tracciamento dei contagi. Qui si applicano misure di emergenza minime: didattica in presenza fino alla terza media, coprifuoco dalle 22 alle 5, chiusura dei locali alle 18 con asporto e consegna a domicilio consentiti.

Zona arancione: include le regioni a rischio elevato, in cui ci sono problemi di tracciamento e tenuta del sistema sanitario.
Le restrizioni si ampliano con il divieto di spostamento fra comuni e fra regioni, salvo urgenze e necessità, la chiusura di bar e ristoranti (è consentito solo l’asporto e la consegna a domicilio).

Zona rossa: include le regioni col rischio più elevato, accompagnato alla compromissione della tenuta del sistema sanitario e della capacità di tracciamento per l’alto indice Rt.
Alle misure delle altre zone si aggiunge il divieto di spostamento anche all’interno del proprio comune.
È un lockdown molto simile a quello sperimentato in marzo a livello nazionale, con alcune differenze principalmente nella didattica, che sarà in presenza fino alla prima media.
Chiusura delle attività ad eccezione di edicole, alimentari, farmacie e parafarmacie, lavanderie e parrucchieri.

Si è scelto di applicare misure diverse in funzione di 21 parametri di valutazione che danno un quadro completo della situazione regionale.
Ogni settimana l’ISS farà il punto sulle performance regionali per decidere se una regione deve essere spostata in uno scenario di rischio più restrittivo, a seguito di performance peggiorate.
Settimanalmente è quindi possibile essere “declassati”.
La “promozione” avviene invece dopo 2 settimane di performance migliorate.

Le prevedibili proteste delle regioni con le restrizioni più pesanti, che dovranno sopportare il regime di maggiori restrizioni per almeno due settimane, hanno già iniziato a riempire i notiziari.
Il premier Conte richiama all’unità per il bene comune, ma da più fronti le parti sociali interessate fanno sentire la loro opposizione.

In controtendenza, al momento, solo la Campania che, come annuncia il 6 novembre il presidente De Luca, applicherà regionalmente misure più restrittive rispetto a quelle della zona di assegnazione attuale.

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FOCUS COVID IN EUROPA E NEL MONDO

La situazione mondiale viene costantemente monitorata anche dall’Italia. Le frontiere nazionali sono solo uno dei fronti caldi di cui tenere conto per il contenimento della pandemia.
Perché guardare all’Europa in tempo di Covid?

-Gli effetti benefici delle misure di contenimento: altri paesi prima dell’Italia hanno adottato restrizioni critiche per il contenimento della curva dei contagi.
Analizzare l’andamento della curva nelle due settimane successive all’entrata in vigore delle misure è un indicatore dell’efficacia delle stesse.


-La tenuta del tessuto sociale: le reazioni alle restrizioni prendono diverse forme, intra ed extraparlamentari.
La tenuta del tessuto sociale passa anche attraverso il filtro degli opinion leader, ed in uno scenario europeo sono da mettere in conto anche le iniziative di organizzazioni trasversali a livello europeo.


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-L’andamento della pandemia in paesi comparabili al nostro: la stagionalità della pandemia è uno dei fattori chiave per predirne l’andamento.
La prima e la seconda ondata hanno avuto un andamento comparabile nei vari paesi, con poche settimane di differenza.


-Il coordinamento delle forze in campo per il supporto reciproco: a livello europeo c’è bisogno di coordinamento su diversi fronti.
Si parla di: gestione degli ingressi, supporto per il tracciamento, diffusione di informazioni mediche e scientifiche, omologazione di procedure migliori, eventuale supporto alle cure per i paesi in maggiore difficoltà (ricordiamo l’accoglienza di pazienti italiani in Germania durante la prima ondata), supporto economico per la gestione delle criticità.


Oltre i confini europei, valide indicazioni e stimoli alla collaborazione e al coordinamento arrivano anche da paesi al di fuori del nostro continente.
La condivisione di statistiche e dati è fondamentale per migliorare la conoscenza, la prevenzione e la cura del virus, così come la condivisione dei trial diagnostici e terapeutici.

La questione della ricerca e distribuzione del vaccino per il Covid è un altro fronte caldo nei rapporti internazionali, così come la gestione dei rapporti diplomatici.

ELEZIONI USA

L’altro grande argomento che resta pervasivo nelle testate di tutto il mondo è il focus sulle elezioni USA 2020.
Il serrato testa a testa della corsa alla Casa Bianca non ha risparmiato colpi di scena, scandali, j’accuse e minacce di ricorso, tanto che ancora oggi Trump è restio a procedere con l’iter di riconoscimento del nuovo presidente.

Le elezioni USA 2020 si erano già preannunciate molto polarizzate, con pochissimo spazio per i partiti minori, promettendo un confronto serrato fra il partito repubblicano e quello democratico.

I principali giornali cartacei e online, così come le tv di tutto il mondo, seguono le elezioni USA che continuano a lasciare aperto uno spiraglio alla rielezione di Trump.
In una situazione in cui diversi exit polls hanno continuato a restituire percentuali diverse, si è atteso il conteggio reale dei voti di tutti i seggi, incluso il voto per posta, il che ha allungato ancora di più l’attesa.

[per saperne di più: leggi il nostro focus sulle elezioni USA 2020]

In questo scenario di attenzione massiccia e risultati ancora incerti, si aggiunge la voce di Trump che grida alla frode e promette di portare in tribunale, forse fino alla Corte Suprema, i risultati.
I legali repubblicani che seguono la campagna elettorale sono già al lavoro in alcuni stati chiave (Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia e Nevada), mentre Trump twitta messaggi di allerta e contrarietà talmente forti da essere censurati dalla stessa piattaforma di Twitter.
Simili censure vengono applicate dalle emittenti nazionali che rifiutano di trasmettere per intero la conferenza stampa di Trump del 5 novembre, ritenuta troppo farcita di accuse e proclami senza fondamento.

La consistenza delle accuse può non essere tuttavia sufficiente per portare il caso di fronte alla Corte Suprema.
La Corte Suprema è un terreno in cui Trump ripone particolare fiducia: a fine settembre infatti Trump ha nominato Amy Coney Barret, cattolica conservatrice, come membro a vita.

Questo porta il supremo organo di giudizio ad essere composto da 6 giudici di orientamento repubblicano e da 3 giudici vicini al partito democratico.

La corsa per la nomina del nuovo giudice repubblicano è stata travolgente, col chiaro intento di avere una solida maggioranza all’interno della Corte Suprema in vista delle elezioni: Trump ha dichiarato che questa decisione strategica è il suo “asso nella manica”, annunciando quindi di riporre ampia fiducia in una decisione “amica” qualora si arrivasse ad un confronto alla Corte Suprema.

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In queste elezioni USA 2020 l’attenzione dei media è probabilmente la più alta di sempre.
I motori di ricerca restituiscono miliardi (sì, miliardi) di risultati per le parole chiave più centrate come ad esempio: US elections, US election, elezioni USA, presidenziali USA, swing states, mail ballot, voto per posta.

Oltre ad essere un evento di portata globale, le elezioni USA sono anche un momento di intensa attività di informazione, fact checking, marketing, caccia alla fake news, focus, interviste.

Nel nostro approfondimento dedicato abbiamo già sottolineato come fin dalla campagna elettorale ci sia stata una trasversalità di temi caldi intrecciati con le elezioni: dall’outbreak della pandemia alle proteste del movimento BLM, dalle interferenze nella politica estera alla gara al vaccino.

Non solo i media tradizionali sono diventati veicolo di notizie, ma hanno lavorato in sinergia o in opposizione con i social media, nelle numerose occasioni di diffusione di fake news che hanno condotto alla stretta etica sulle pubblicazioni.

Per noi, nell’attuale clima di aumentata responsabilizzazione di giornali, tv e social media, è un piacere e un dovere ricordare a tutti gli inserzionisti di scegliere sempre testate affidabili e autorevoli, siti web professionali e attenti, in modo che il proprio brand non subisca mai una pubblicità negativa.

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